Camucia

il mistero degli Etruschi


Camucia
Camucia e la Valdichiana

a valle di Cortona

Camucia si trova lungo la SS/SR71 Umbro Casentinese Romagnola "quasi sotto la più famosa Cortona.

E della Cortona Etrusca Camucia era la zona commerciale e templare.

Tra i principali ritrovamenti Etruschi si segnalano:

La zona commerciale della Camucia Etrusca sorgeva sia a destra che a sinistra della SS/SR71 nella direzione di Terontola.

Come spesso accadeva erano presenti anche templi e, nella direzione di Castiglion Fiorentino, importanti tumuli che qui prendono il nome di Meloni.

E' probabile che la Tavola di Cortona provenga dagli scavi di fondazione di uno dei fabbricati che si vede in foto aerea.

Ma come facciamo ad essere così sicuri dell'attribuzione a zona commerciale di Camucia.

Camucia

Sono i ritrovamenti avvenuti all'epoca della costruzione degli edifici che si affacciano sulla piazza dove sorge la nuova ASL di Camucia, i successivi eventi anche giudiziari e la decisione di vincolare tutta la piazza stessa.

Senza entrare nel merito della vicenda giudiziare, la Soprintendenza, visto che non aveva i fondi economici per agire, ha fatto bene a scegliere di preservare, con un vincolo a non costruire, tutto quello che c'è sotto la piazza.

Senza una memoria storica tutto si perde nell'oblio e già solo dopo pochi anni si dimentica e si torna a fare gli stessi errori.

Per esperienza personale abbiamo scoperto che a Camucia ci sono (molte) persone che non sanno dove sia il Melone di Camucia!

All'uopo si riporta integralmente l'articolo a firma di Santino Gallorini pubblicato sul numero 18/2005 della rivista L'Etruria.

Camucia piazza dell'Asl

La recente inaugurazione del Museo della Città di Cortona, dove sono collocati numerosi reperti provenienti dalle aree di Camucia negli anni passati oggetto di danneggiamenti collegati a cantieri edili, ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica la vastità dell'area archeologica camuciese e la grande occasione perduta "grazie" all'ignavia di chi doveva esercitare la tutela e di chi doveva cercare di aumentare il patrimonio culturale cortonese.

Crediamo opportuno rileggere nel loro complesso le varie scoperte, per tentare di darne una spiegazione verosimile e per rendere tutti consapevoli del danno ormai fatto, non per piangere sul latte versato, ma per evitare che nel futuro accadano fatti simili e quindi per non dimenticare.

I cultori di archeologia oppure i semplici appassionati delle antichità etrusche avevano già da tempo presente la grande importanza rivestita da Camucia a motivo delle tante testimonianze archeologiche qui rinvenute in varie epoche.

Camucia piazza dell'Asl

I ritrovamenti del passato

Fin dall'Ottocento archeologi illustri o semplici abitanti, spesso in maniera del tutto casuale, hanno effettuato ritrovamenti di oggetti, di tombe, di epigrafi ed altri materiali davvero importanti.

Si potrebbe accennare al tumulo funerario, detto il Melone di Camucia, scavato nel 1842 da Alessandro François, alla corniola con incise le lettere PEL I UST, alle tombe ad inumazione presso la Fonte di Boarco, contenenti bronzi; al sepolcro "con pietre grandissime" ed un "orciolo" rinvenuto presso la via per Cortona; all’epigrafe circolare su lastrone di arenaria.

La collina che ricopre il Melone di Camucia
La collina, al centro di Camucia, del Melone di Camucia

Per non dire delle varie tombe romane alla cappuccina rinvenute nel XX secolo nelle proprietà Bistarelli e Schippa.

Di recente, poi, si sono avute le più clamorose scoperte, tali da incidere anche nella stessa comprensione della civiltà etrusca dell’area Cortonese e non solo.

Parlo della cosiddetta Tabula Cortonensis - la ormai celebre lastra di bronzo contenente ben 40 righe di testo etrusco rinvenuta da Giovanni Ghiottini - e della vasta area sacra di Camucia situata a cavallo della Strada Regionale 71, dopo il centro del paese, andando verso Terontola.

Voglio qui affrontare proprio quest'ultima importante scoperta che, seppur ancora solo parzialmente indagata, seppur avvenuta nell'arco di circa 15 anni, se viene studiata nella sua globalità è tale da fornirci elementi molto importanti, non solo per capire le origini di Camucia ed i suoi rapporti con la soprastante città di Cortona, ma anche sugli stessi modi di vita etruschi.

Infatti qui, al contrario della massima parte degli altri siti archeologici dell’Etruria, non siamo di fronte a tombe, necropoli, tumuli o altre strutture funerarie, ma ad un abitato immerso in un’area ricca di santuari e strutture cultuali abbraccianti un vastissimo arco temporale.

Bisogna subito dire che in due dei quattro siti archeologici individuati, lo scavo stratigrafico è stato fatto solo dopo che le ruspe avevano pesantemente devastato il contesto e quindi le testimonianze, che potenzialmente ci potevano essere restituite dalle aree archeologiche, sono state in buona parte distrutte.

Ma andiamo con ordine, prendendo in esame le varie aree.

Melone di Camucia
Melone di Camucia

Via Gramsci

Nell'estate del 1989 alcuni soci del Gruppo Archeologico di Cortona scorgono casualmente in una discarica materiali fittili antichi.

Indagano e ne scoprono la provenienza: era in atto un enorme scavo per accogliere i garages di un fabbricato da costruire a monte di via Gramsci (SR 71), poco a sud di Camucia, di fronte al vecchio stadio e vicino al Consorzio Agrario.

La Soprintendenza Archeologica fece effettuare un limitato saggio di scavo, su una porzione marginale del sito, esterna al costruendo fabbricato, alla Cooperativa Pantheon di Perugia e vennero alla luce interessanti reperti.

Avendo assistito personalmente in più occasioni ai lavori di edilizia e di scavo, posso testimoniare che si trattava di una vasta area urbanizzata che interessava tutta la zona sbancata.

A circa 170 cm dall'odierno piano di campagna furono rinvenuti vari muri in pietrame irregolare commesso con argilla, conservati solo a livello di fondazione e collegati fra loro a perimetrare differenti ambienti e stanze, una di queste pavimentata con grosse lastre di pietra e con le pareti interne rivestite in lastre di cotto; parte della pavimentazione era ricoperta da notevoli quantità di frammenti di terracotta (mattoni, tegoloni, cannelli).

Furono rinvenute anche alcune pavimentazioni in cocciopesto.

I frammenti vascolari restituiti dal saggio archeologico (acrome di vario tipo, ceramica a vernice nera, sigillata aretina ed italica) fecero datare le strutture fra il III-II secolo a. C. ed il III secolo d. C.

Ricordo, però, che certi reperti notati nella suddetta discarica - e provenienti dallo sbancamento dell'area - appartenevano a precedenti periodi (V-IV secolo a. C., almeno).

Le poche strutture scavate furono interpretate come appartenenti ad una mansio posta lungo la strada per Cortona oppure ad una villa.

Io propenderei più per un centro abitato sorto in epoca tardo etrusca e ristrutturato in età romana, in qualche modo collegato alle limitrofe aree archeologiche.

Le murature delle abitazioni erano probabilmente costruite con fondazione in pietra ed alzato in argilla e terra pressata (pisè).

Dopo il saggio, fu deciso di autorizzare la costruzione del nuovo edificio.

Ricordo che nel 1989 alcuni testimoni videro intercettata dallo sbancamento una "scalinata che portava ad un antico cunicolo sotterraneo", da cui sarebbe stata riportata alla luce "una statua in bronzo a grandezza naturale", caricata poi su di un furgone e di cui nessuno sa il destino.

Di questi ritrovamenti parlò diffusamente L’Etruria il 15 settembre 1989.

Santino Gallorini

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